Ganesha, la divinità che rimuove gli ostacoli
Lo Yoga è una disciplina che non ha alcun legame con una religione particolare.
Essendo nato in India naturalmente le religioni di questa parte del mondo hanno influenzato le leggende e i miti legati allo Yoga. In particolare la religione induista, ricca di immagini e leggende suggestive, ha portato i suoi influssi su questa disciplina.
Personalmente ho imparato da Maestri di religione cristiana, anche indiani, perché la religione cristiana in India è molto diffusa, ma questo è poco risaputo in Occidente.
A Ganesha sono dedicati Asana, Mudra e Mantra che spesso utilizziamo a lezione, per questo è interessante conoscere meglio questa figura.
Il Dio Ganesha
Nella religione induista, Ganesha è una delle divinità più popolari e riconoscibili.
Viene raffigurato con testa di elefante, quattro braccia e un grande ventre.
Ganesha è il figlio di Shiva e Parvati ed è conosciuto come il dio della saggezza, dell’intelligenza, dell’educazione e della fortuna.
Alcuni dei suoi appellativi sono:
- Vighneshvara (“Signore degli ostacoli”)
- Ganapati (“Capo dei gruppi”)
- Ekadanta (“Colui che ha una sola zanna”)
La sua cavalcatura è un topo, che rappresenta l’umiltà e la capacità di superare gli ostacoli. Anche per questo è considerato il distruttore degli ostacoli e viene invocato all’inizio di nuove imprese e progetti.
Ganesha è una figura molto amata e rispettata nella cultura indiana, e la sua immagine è spesso presente in templi, case e luoghi di lavoro.
Scopriamo insieme perché …
La nascita di Ganesha
Una delle leggende più diffuse narra che la dea Parvati, moglie di Shiva, desiderasse avere un figlio.
Shiva era spesso lontano da casa, per le sue pratiche di meditazione e per i suoi impegni divini.
Nella Trimurti indù, il ruolo di Shiva è quello di distruggere l’Universo per consentirne la rinascita, in un ciclo continuo di creazione, conservazione e distruzione.
Un giorno, mentre il marito era via e lei si stava facendo il bagno, Parvati decise di utilizzare polvere di sandalo e argilla per modellare una figura maschile, infondendovi la vita. Questo bambino, chiamato Ganesha, crebbe rapidamente diventando forte e saggio.
Dopo qualche tempo, mentre Parvati era assente, Shiva tornò a casa e trovò Ganesha a guardia della porta. Poiché la moglie aveva creato Ganesha per proteggerla durante l’assenza del marito, Ganesha impedì al padre l’accesso, non riconoscendolo.
Furioso per l’affronto, Shiva tagliò la testa di Ganesha.
Parvati, venuta a conoscenza dell’accaduto, andò su tutte le furie e pretese che il figlio fosse riportato in vita….altrimenti avrebbe distrutto l’intero Universo.
Shiva, su consiglio degli altri dei, decise di sostituire la testa di Ganesha con quella del primo essere vivente che avesse incontrato, ovvero un elefante.
Da quel giorno, Ganesha divenne il figlio di Shiva e Parvati, assumendo l’aspetto che tutti conosciamo: testa di elefante, un solo dente (l’altro sarebbe stato spezzato e utilizzato dallo stesso Ganesha per scrivere il Mahabarata sotto dettatura del suo creatore), quattro braccia e un grande ventre.
Significato simbolico della leggenda
Primo fra tutti il taglio della testa: per diventare una divinità Ganesha deve perdere la testa, ovvero la mente razionale legata all’ego e alla personalità, che muore affiché la conoscenza divina possa subentrare.
Marcella Barrilà
Maestra di Yoga
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